. Sicurezza sul lavoro, sanzioni adeguate all’inflazione Istat

Corrarati: “Decisione paradossale, visto che gli Enti sono in ritardo con i pagamenti alle aziende”

“Mentre le nostra aziende faticano ad incassare per i lavori svolti, soprattutto per conto della Pubblica Amministrazione, ma nello stesso tempo cercano con precisione di assolvere agli adempimenti frutto della pressione fiscale, ancora troppo elevata, lo Stato decide di aggiornare ai parametri Istat dell’inflazione le sanzioni relative a sicurezza e salute sul luogo di lavoro”. Lo rileva Claudio Corrarati, presidente della CNA del Trentino Alto Adige

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n.140 del 19 giugno, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha rilasciato il comunicato informativo riguardante la pubblicazione del decreto n.12 del 6 giugno sulla rivalutazione quinquennale delle sanzioni concernenti le violazioni in materia di salute e sicurezza. Dal prossimo 1 luglio è prevista una rivalutazione dell’1,9% delle ammende relative alle contravvenzioni in materia di igiene, salute e sicurezza sul lavoro, così come per le sanzioni amministrative di tipo pecuniario previste dal decreto legislativo 81/2008.

“La rivalutazione, un vero giro di vite in materia di sicurezza sul lavoro, è stata ricalcolata seguendo la variazione Istat dell’indice dei prezzi al consumo nel quinquennio 2013-2018 – spiega Corrarati -. Si tratta di un aumento non indifferente, che rappresenta un cambiamento importante per le aziende e che spesso si traduce in sanzioni inflitte per mancanze di natura puramente amministrativa”.

Il presidente della CNA regionale chiarisce: “Siamo concordi sul fatto che il tema della sicurezza e della salute deve rimanere al centro dell’agenda delle nostre aziende, attraverso una corretta e continua formazione del personale, tramite l’adozione di comportamenti responsabili da parte di ogni soggetto a partire dagli stessi datori di lavoro, ma ci sembra quanto mai paradossale che, come per un affitto, si aggiornino le sanzioni agli indici di crescita del costo della vita. Tali conteggi non vengono fatti in modo eguale in caso di lavori affidati alle aziende, spesso con la logica del massimo ribasso e con tempistiche che richiederebbero ben altro che aggiornamenti Istat”.  

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