. Odontotecnici. Delusione per il mancato riconoscimento tra le professioni tecnico-sanitarie

 

CNA esprime forte delusione per il mancato riconoscimento della figura di odontotecnico tra le professioni tecnico-sanitarie. “Rimane l’amarezza della bocciatura di 2 nostri emendamenti presentati e discussi, che avevano raccolto il consenso di molti parlamentari. Riordinare le professioni sanitarie senza riconoscere gli odontotecnici tra le figure tecnico-sanitarie non solo mortifica una categoria che vede limitate le proprie capacità professionali, ma neppure risponde alle esigenze di adeguare i profili professionali del settore alle mutate necessità del mercato”. E’ il commento di Debora Bondavalli, vicepresidente CNA Reggio Emilia e portavoce regionale e componente della presidenza nazionale CNA degli odontotecnici, a margine dei lavori conclusivi della 12esima commissione Igiene e Sanità del Senato.

Secondo l’Associazione, il Parlamento sta perdendo l’occasione di dare una concreta risposta a una categoria, quella degli odontotecnici, che da molti decenni attende uno specifico inquadramento professionale costruito su un percorso formativo ad hoc per i nuovi operatori, riconoscendo nel contempo agli operatori già in attività i titoli equipollenti per l’esercizio di questa professione a tutela delle imprese del territorio e della salute dei cittadini.

“A Reggio Emilia, ad esempio – prosegue Bondavalli – esiste una scuola di formazione professionale come l’Istituto tecnico Galvani, il cui percorso porta ad una qualifica professionale dopo 3 anni e al diploma di odontotecnico dopo 5 anni, che tuttavia non fornisce una formazione adeguata agli standard europei”.

“Dopo ottantotto anni – conclude la portavoce CNA - sarebbe il momento di aggiornare la disciplina dell’attività di odontotecnico, in vigore dal 1928, un’eternità. Un anacronismo che penalizza oltre 13mila imprese con più di 25mila addetti. Chiediamo, inoltre, maggiori controlli sulla fabbricazione e sulla provenienza delle protesi e un più efficace contrasto all’abusivismo, purtroppo diffuso nel settore, a tutela della salute dei pazienti”.

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