. Legge di Bilancio, Lettera aperta ai parlamentari marchigiani
In ogni convegno, riunione, iniziativa pubblica, i politici ed i rappresentanti delle istituzioni, di ogni partito o movimento politico, riconoscono che l’artigianato e la piccola impresa rappresentano la spina dorsale del Paese e il motore dell’economia. A maggior ragione nelle Marche dove piccola e media impresa rappresentano il 98 per cento del sistema produttivo regionale, occupano il 54 per cento dei lavoratori e formano il 48 per cento del Pil regionale. Pensiamo che sia giunto il momento di passare dalle parole ai fatti.
Per questo, a nome dei 18 mila artigiani e piccoli imprenditori iscritti alla CNA delle Marche, mi rivolgo a voi, Deputati e Senatori eletti in questa regione, per chiedere il vostro impegno ed il vostro sostegno alle nostre proposte di emendamento alle Legge di Stabilità in discussione in questi giorni in Parlamento. Una Legge di Bilancio, quella del 2018, che sta dimenticando gli artigiani e le piccole imprese. Da voi, che rappresentate la regione più artigiana d’Italia, ci aspettiamo che diventiate protagonisti delle nostre richieste, riportando le imprese e il lavoro al centro della manovra economica.
Non chiediamo la luna. Sappiamo che esistono limiti di Bilancio e vincoli europei che limitano i margini di manovra di Governo e Parlamento. Chiediamo che le imprese, a partire da quelle marchigiane, siano messe nella condizione di avere risorse per rilanciare gli investimenti e l’occupazione. Come? Con provvedimenti semplici, che si sostengono finanziariamente.
Chiediamo di impegnarvi per presentare un emendamento finalizzato ad introdurre la deducibilità dell’Imu per le imprese. Adesso, i laboratori artigiani, i negozi, i capannoni industriali sono assoggettati all’Imu come le seconde case. Un’aberrazione perché essi concorrono a formare il reddito d’impresa e quindi dovrebbero essere deducibili.
Chiediamo l’esenzione dell’Irap per le imprese minori. Moltissime imprese e lavoratori autonomi, pur avendo diritto all’esenzione perche privi di autonoma organizzazione del lavoro in assenza del titolare, continuano a pagare un tributo non dovuto per paura di affrontare un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate. L’emendamento che vi chiediamo di approvare, prevede l’aumento della franchigia da 13 a 30 mila euro. In Italia sono 700 mila e nelle Marche più di 20 mila le imprese che si trovano ad avere una base imponibile tra i 13 mila e i 30 mila euro e che continuano a pagare ingiustamente l’Irap.
Vi chiediamo di opporvi al rinvio dell’entrata in vigore dell’Iri a partire dai redditi 2018 anziché da quelli di quest’anno. L’Iri (Imposta sul reddito d’impresa) è un regime fiscale che consente a chi ha una società individuale, o una società di persone, ad un artigiano o ad un commerciante, di pagare le tasse separando il reddito d’impresa da quello personale, come avviene già per i soci delle società di capitali. Così il reddito d’impresa (quello prodotto e lasciato in azienda) sarebbe tassato al 24 per cento mentre il reddito personale continuerebbe ad essere assoggettato all’Irpef secondo le aliquote attualmente vigenti. Il rinvio al 2018, contrariamente a quanto precedentemente annunciato dal Governo, vanificherebbe gli investimenti già programmati dalle imprese sulla base delle minori tasse previste grazie all’Iri. Per questo motivo vi chiediamo di votare la soppressione dell’art 91 della legge Finanziaria sul differimento dell’Iri al 2018.
Vi chiediamo inoltre la completa attuazione del regime di cassa per la determinazione del reddito delle imprese in contabilità semplificata. Ben l’80 per cento delle imprese personali potrà trarre un beneficio da questa opportunità.
Vi chiediamo infine di bocciare la riduzione dell’Ecobonus dal 65 al 50 per cento perché questa misura ha consentito a milioni di italiani e a centinaia di migliaia di marchigiani proprietari di case, di realizzare gli interventi di efficienza e di risparmio energetico, creando posti di lavoro e generando più entrate fiscali per le casse dello Stato. Ridurre l’importo di queste detrazioni per l’installazione di caldaie e infissi non ha senso. Calerà il lavoro per gli impiantisti e diminuiranno le entrate fiscali dello Stato. Per questo vi chiediamo di sostenere in Parlamento la necessità di riportare l’Ecobonus alle regole precedenti, mantenendo la detrazione del 65 per cento.
Si tratta di pochi emendamenti che però hanno una grande importanza per tutto il tessuto produttivo marchigiano. Artigiani e piccoli imprenditori giudicheranno voi e le forze politiche da queste azioni concrete. Basta parole, promesse, chiacchiere. Vogliamo fatti e misure concrete per lo sviluppo e la competitività delle nostre aziende.